I miti antichi e il loro significato
Una giornata di novembre particolarmente soleggiata sono stato invitato a partecipare a un incontro serale presso la nostra scuola per leggere insieme il libro di Steiner “I miti antichi e il loro significato”. Accettato di buon grado l’invito, mi sono recato al calar della sera ascoltando con leggerezza Nothing else matter trasmessa in quel momento da radio Capital.
All’arrivo mi sono inoltrato sulla ghiaia d’ingresso con passo veloce e ho raggiunto la saletta dell’incontro con la curiosità del novello cercatore, ma con la sicurezza con cui si percorre un sentiero già battuto. L’atmosfera era cordiale e scherzosa e dopo qualche battuta per riscaldare i cuori ci siamo presentati e riconosciuti.
La nostra guida alla lettura del testo era la dottoressa Del Falco che con ampi sorrisi calorosi ci ha facilitato l’impegno recitando una preghiera di invocazione a San Michele. Nelle due ore che abbiamo trascorso insieme abbiamo discusso di alcuni concetti, che pur non essendomi del tutto nuovi, mi sono apparsi in una nuova luce.
La conversazione a tratti vivace si è sciolta gradualmente nel calore e gli argomenti si sono dipanati come la lana dei gomitoli durante le lezioni di lavoro manuale del seminario.
L’umanità è in continuo sviluppo; dalle ere atlantidee alle millenarie civiltà dell’indo, dalla grecità classica alla moderna scienza naturale, la coscienza è stata partecipe di una continua evoluzione che dalla percezione vivente dei simboli del mito ci ha condotto allo studio serrato della realtà fisica.
Un’avventura dello spirito piena di coraggio, ma non esente da rischi. L’entusiasmo con cui è stata intrapresa può portare a dimenticare l’antica comprensione dell’unità poetica e a smarrire il sentiero da cui siamo venuti.
Questo il compito dell’umanità futura: ritrovare le chiavi del paradiso perduto con la coscienza desta dell’uomo nuovo nella promessa epoca dell’anima cosciente.
Oggi la soluzione dell’enigma appare ancora lontana, ma segnali da più parti non fanno perdere la speranza. Quella sera, ricchezza e calore, freschezza e colore ci hanno resi più leggeri e più intrepidi nei nostri pensieri, unici sentieri di riconciliazione con le radure spirituali che a volte si svelano fra i boschi che percorriamo.
E’ molto importante che l’uomo impari ad invecchiare”. Questa frase di Steiner accompagnava l’invito all’incontro con la dott.ssa De Falco sul tema “I miti antichi e il loro significato”.
Mi ha colpito molto quella frase, in particolare il fatto che l’uomo deve “imparare” a invecchiare.
L’invecchiamento non è quindi una cosa naturale, che avviene diciamo così, spontaneamente, e che dobbiamo accettare e vivere nella maniera migliore possibile? In un certo senso, un tempo di vendemmia, durante il quale si raccolgono i frutti?
Grazie alle parole della dottoressa, così piene di ardore e con la sua limpidezza di linguaggio, ho potuto afferrare che in realtà c’è molto di più. C’è in gioco tutto il nostro futuro. Liberando forze che in gioventù sono vincolate ad altre funzioni, abbiamo a disposizione dei meravigliosi strumenti per avvicinarci al mondo spirituale.
E’ stato il secondo degli incontri a cui ho potuto partecipare e, ancor più del primo, le ore mi sono volate, senza perdere neanche una parola delle rivelazioni che ricevevo, nella massima semplicità e chiarezza. Non sono mancate le domande, le osservazioni, le provocazioni, una più utile dell’altra per dare forma al gruppo e voce alla sapienza. Sono molto grata a questi incontri e a tutti coloro che vi hanno partecipato, perchè sento di percorrere un cammino che mi infonde serenità e coraggio, verso tutto ciò che mi aspetta.